#copyRuntolo

Non siamo parkouristi

Stamattina ho fatto lo stesso lungo di due settimane fa, ma ci ho messo 19 minuti di meno. Ero contento all’arrivo, e ho proseguito per un altro chilometro a passo molto lento, per godermi la mia piccola impresa di chiudere sotto le 3 ore questo percorso spacca gambe. Una specie di giro d’onore, anche se non c’era nessuno ad applaudirmi. E non mi è sembrata una dimostrazione d’affetto la ringhiata di un cane.

C’era un po di vento, molta umidità e sembrava che dovesse piovere da un momento all’altro. Mi sono portato una barretta energetica, che ho mangiato lungo la prima discesa della Vetta.

Al primo passaggio davanti a casa avevo 5 o 6 minuti di vantaggio, ma c’erano ancora 13 km da fare, e soprattutto ripetere una parte del percorso fatto all’andata.

Se c’è una cosa che stanca è ritornare sui proprio passi, confrontando i tempi registrati in precedenza. Ma oggi ne avevo e tutto è andato bene, specialmente quando ho affrontato la salita verso il Ponte dei Chiesini e poi la Vetta, dopo essere ripassato sul Lungomare, lato monte, perché dall’altra parte c’era il mercatino.

Anche se è in piano, il Lungomare è durissimo. Il divertimento dei pegliesi è puntarti e stringerti contro i muri, guardandoti con espressioni inebetite. La variante è camminare a zig zag fissando il display di un telefonino.

D’accordo, correre in città significa accettare la presenza di persone che la domenica mattina passeggiano con lo scazzo dei giorni migliori, ma anche i runner appartengono alla categoria “esseri umani”.

I runner sono spesso persone sulla cinquantina; dopo le due ore di allenamento, di solito, non hanno riflessi da ninja e, soprattutto, non hanno le articolazioni e l’agilità da parkouristi.

Insomma, saltare da o su un marciapiede, frenare di colpo, schivare messaggiatori compulsivi, giocare a pampino per evitare le cacche non raccolte, può risultare loro fatale.

Credeteci, per quanti sforzi facciamo, nessuno di noi è ancora riuscito a smaterializzarsi e correre come l’ombra di una nuvola su un muro. Forse qualche keniota, probabilmente, prima o poi ce la farà, ma non sono cose da runner attempati.

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